Parlare del logo dell’Ecomuseo del grano e della cultura locale è come descrivere l’intero concetto dell’ecomuseo.
Per questo la descrizione del pittogramma non può che essere la narrazione di un processo in divenire.
Alla base della pittogramma c’è il cerchio, il segno che da sempre nella simbologia assume il significato più alto del divino, del tempo stagionale e ciclico, del Chàiros e allo stesso tempo dell’etas saturnia.
Nel procedere lineare della storia quindi il cerchio rappresenta il tempo della vita e del suo eterno ripresentarsi. Senza ulteriormente indagare tale elementi esoterici, l’ecomuseo del grano si fonda su questa interpretazione ciclica del tempo: se non altro perché questo è il tempo della produzione del cereale. Il logo ha iniziato così a prendere forma dal relazionarsi di cerchi di diversa dimensione. Il tratto ha subito preso la forma di un campo arato. Dalle linee poi sono emersi, in un procedere continuo, le forme di due spighe, espressione dell’iconografia del grano: fiore, frutto e seme.
Il pittogramma finale che ne è uscito fuori rappresenta così la piena sintesi di cosa fosse l’ecomuseo. Spazio culturale di comunità (espressa dall’abbraccio delle due spighe e, prima ancora, dal fatto stesso che queste spighe siano due), riferimento di “archeologia industriale” per ciò che riguarda la produzione agricola del grano. E soprattutto: narrazione di un tempo specifico che è quello della vita stagionale della comunità baucinese, un tempo che nella sua circolarità è indefinito lascia strade aperte (di indagine, di vita) verso il passato e verso il futuro. Viene così rispettato il carattere immanente dell’ecomuseo, proteso a sintetizzare le peculiarità dell’identità della comunità, e il carattere dinamico che l’istituzione culturale comunitaria vuole avere.
Ma a uno sguardo meno disinteressato il pittogramma appare essere qualcos’altro: un’impronta digitale; il sovrapporsi e il fondersi di due impronte digitali. Proprio facendo forza su questa impressione è nato il logo definitivo che vi presentiamo. Restando validi tutti i significati precedentemente affermati così la decisione è stata quella di allungare e rendere più ovale il pittogramma così che il ricordo di un’impronta digitale fosse più chiara.
L’impronta digitale d’altronde riesce a essere simbolo perfetto dell’identità dell’individualità Baucina. Le sue caratteristiche sono l’immutabilità che resiste ai tagli e ai graffi, ma anche la unicità. Non un’unicità assoluta ma un’unicità relazionale: proprio com’è la narrazione dell’identità baucinese rispetto all’identità siciliana. Ciascuna delle comunità isolane potrà avere una identità che somiglia a quella di altre ma ciascuna ha le sue caratteristiche peculiari che la rendono unica.